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The Foodzilla
Quando pensi a un premio che celebra l’innovazione scientifica, immagini laboratori, microscopi e ricercatori in camice bianco, giusto? Beh, sbagliato. Per oggi le provette sono pentole, i bisturi diventano coltelli e, a portare a casa il prestigioso Sferic Award per l’innovazione gastronomica, è stata Leonor “LEO” Espinosa, chef esperta in biodiversità (e giungla) colombiana.
La chef di LEO, ristorante a Bogotá, non solo è da tempo annoverata tra i cuochi nella “The World’s 50 Best Restaurants”, ma ora può vantare il merito di essere la prima donna sudamericana a fregiarsi di questo premio. Non è cosa da poco.
Espinosa si unisce a una legione di illustri predecessori come Ferran Adrià, i fratelli Roca (tre stelle Michelin a El Celler de Can Roca) e la slovena Ana Ros, tre stelle a Hisa Franko (Caporetto). Questi chef e il loro impegno ci dimostrano che innovazione e sostenibilità sono e devono restare temi centrali anche in ambito gastronomico.
Cibo + Scienza + Futuro = Sferic Award
Per vincere questo premio, si valutano cinque criteri che suonano tanto complessi quanto interessanti: innovazione scientifica, impatto internazionale, tecniche legate alla produzione, salute e sostenibilità. Il riconoscimento arriva dal Science and Cooking World Congress di Barcellona, presieduto da Pere Castells. Il premio sarà consegnato il prossimo 11 novembre a Barcellona.
Ho mangiato da mamma Leo, di recente e qualche anno prima. Al di là dei premi — e ne riceve da anni — mi ha colpito la sua visione: da una parte, così ampia da comprendere scienza e tecnica ai livelli più alti; dall’altra, così specifica e verticale sul suo territorio, anzi microscopica su ingredienti rari, sconosciuti o mai utilizzati. Mangiare da Leo è un’esperienza in linea con i più grandi ristoranti d’avanguardia che, non a caso, stanno nascendo in luoghi prima esclusi dall’alta cucina, come il Sud America.
Leo Espinosa, Queen of South American Chefs, Wins Gastronomic Innovation Award
When you think of an award that celebrates scientific innovation, you probably imagine laboratories, microscopes, and researchers in white coats, right? Well, wrong. Today, test tubes are pots, scalpels have become knives, and the prestigious Sferic Award for gastronomic innovation has been won by Leonor “LEO” Espinosa, a Colombian chef and expert in biodiversity (and jungles).
The chef of LEO, a restaurant in Bogotá, has long been recognized among the top chefs in “The World’s 50 Best Restaurants.” But now she can boast of being the first South American woman to win this award. And that’s no small feat.
Espinosa joins a league of illustrious predecessors such as Ferran Adrià, the Roca brothers (three Michelin stars at El Celler de Can Roca), and the Slovenian chef Ana Ros, who holds three Michelin stars at Hisa Franko (Kobarid). These chefs and their dedication show us that innovation and sustainability must remain central themes, even in the culinary world.
Food + Science + Future = Sferic Award
To win this award, five criteria are assessed—each as complex as they are fascinating: scientific innovation, international impact, production techniques, health, and sustainability. The recognition comes from the Science and Cooking World Congress in Barcelona, chaired by Pere Castells. The prize will be awarded on November 11 in Barcelona.
I’ve had the pleasure of dining at Mama Leo’s both recently and a few years ago. Beyond the accolades—of which she’s earned many over the years—I was struck by her vision: on one hand, broad enough to encompass science and technique at the highest levels; on the other, so specific and focused on her territory, almost microscopic in her use of rare, unknown, or previously unused ingredients. Dining at Leo’s is an experience on par with the world’s most avant-garde restaurants, which, not by coincidence, are now emerging in regions once excluded from haute cuisine, like South America.