I 37 migliori ristoranti di Milano secondo il magazine americano Eater (di cui solitamente ci fidiamo)

migliori ristoranti di Milano

di Chiara Fantasia

Quando si parla di Milano, tutti pensiamo subito al Duomo, alle sfilate in passerella, alle architetture iper-design, ai loft trasformati in showroom da interior da copertina. Milano è la città del Fuorisalone, del Quadrilatero della Moda, delle boutique con portiere in guanti bianchi e delle riviste patinate che celebrano l’eleganza come religione laica.

Ma se si sposta lo sguardo sul fronte gastronomico, la percezione cambia. Pur essendo una delle metropoli più dinamiche d’Europa, quando si parla di food la città meneghina tende a sfumare sullo sfondo. Parigi, New York, Tokyo, Copenaghen: queste le mete che dominano le classifiche e alimentano la conversazione globale sul cibo. Quanto all’Italia, la questione è quasi retorica: chi inserirebbe Milano tra le mete imprescindibili del gusto? Va bene, sì, più di qualcuno.

È in questo scenario che l’intervento della redazione internazionale di Eater rende tutto più interessante. Per chi non lo conoscesse, Eater è un’autorità globale nel racconto del mondo gastronomico. Nato nel 2005 negli Stati Uniti, oggi è un network editoriale affermato, capace di influenzare trend e sdoganare cucine. Le sue mappe cittadine — i famosi Eater 38 — sono veri e propri oracoli per viaggiatori famelici e gourmet digitalizzati.

Che Eater abbia deciso di dedicare una classifica ai migliori ristoranti di Milano è forse il segnale che qualcosa sta cambiando?

La selezione — curata da Elizabeth De Filippo-Jones, culinary concierge e guida gastronomica in città — è un viaggio che attraversa alta cucina, trattorie contemporanee, bistrot creativi e progetti indipendenti spesso guidati da donne.

In tutto sono 37 gli indirizzi che entrano nella mappa di Eater. Non una lista definitiva, ma una fotografia di una scena in fermento, dove il risotto convive con il ramen e la cotoletta con il ceviche.

I migliori ristoranti di Milano secondo Eater

Nel cuore di Brera o nei sobborghi post-industriali, Milano si svela in 37 ristoranti che secondo Eater meritano il viaggio. O, quanto meno, una deviazione strategica.

  • Tipografia Alimentare – Via Dolomiti, 1
  • Altatto – Via Comune Antico, 15
  • Trattoria Mirta – Piazza San Materno, 12
  • Mercato Centrale Milano – Via Giovanni Battista Sammartini, 2
  • Berberè – Via Sebenico, 21
  • Ratanà – Via Gaetano de Castillia, 28
  • Ristorante Ribot – Via Marco Cremosano, 41
  • Ristorante Berton – Via Mike Bongiorno, 13
  • Cantine Isola – Via Paolo Sarpi, 30
  • Ravioleria Sarpi – Via Paolo Sarpi, 27
  • Osteria del Treno – Via San Gregorio, 46
  • Yoshinobu – Via Giuseppe Parini, 7
  • Nún – Via Lazzaro Spallanzani, 36 (Via Omboni)
  • Denis – Via Statuto, 16
  • Bar Basso – Via Plinio, 39 (Viale Abruzzi)
  • Osteria Alla Concorrenza – Via Melzo, 12
  • LùBar – Via Palestro, 16
  • Pasticceria Sissi – Piazza Risorgimento, 6 (Via Calvi)
  • Horto Restaurant Milano – Via San Protaso, 5
  • Zia Esterina Sorbillo – Via Agnello, 19
  • Camparino in Galleria – Piazza del Duomo, 21
  • Pavé Gelati – Via Cesare Battisti, 21
  • Gastronomia Yamamoto – Via Amedei, 5
  • Bentoteca – Via San Calocero, 3
  • Rovello 18 – Via Ariberto, 3
  • Langosteria – Via Savona, 10
  • Enoteca Naturale – Via Santa Croce, 19/a
  • Le Polveri – Via Vespri Siciliani, 16
  • Macelleria Popolare – Piazza Ventiquattro Maggio, 4
  • Li-Sei Deli – Via Vigevano, 9
  • 28 Posti – Via Corsico, 1
  • Trattoria Trippa (nella foto) – Via Vasari, 3
  • Enrico Bartolini – Via Tortona, 56
  • Bicchierino Bar – Via Giambellino, 39
  • Torre Via – Giovanni Lorenzini, 14
  • Cantina Urbana – Via Ascanio Sforza, 87
  • Erba Brusca – Alzaia Naviglio Pavese, 286

Dal ristorante stellato al laboratorio di fermentazioni, dall’hamburger gourmet alla cucina tradizionale reinterpretata, ogni insegna racconta un tassello di una Milano che si reinventa a tavola e che prova a scrollarsi di dosso l’etichetta di non luogo per il food.

Scopri di più sui migliori ristoranti di Milano secondo Eater.
Foto courtesy: Trippa Social Media

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