C’era una volta una pizzeria in periferia di Roma chiamata 180 grammi. Mirko Rizzo e Jacopo Mercuro ne erano i fieri proprietari e pizzaioli. La loro missione – sin dall’apertura al Casilino (4 gennaio 2018) – era quella di riportare in auge lo stile di pizza tipico del luogo però fatto meglio. Il successo fu immediato e fragoroso e ancora persiste: pare che prenotare da 180 grammi sia attualmente più difficile che prenotare all’Osteria Francescana di Massimo Bottura. Ma procediamo con il racconto.
Poi, per vicende umane o societarie che non conosciamo, i due ragazzi si sono separati e Mirko è partito per la sua strada aderendo a un nuovo progetto: Pizzeria L’Elementare. Ho mangiato a L’Elementare per la prima volta in periodo Covid al Parco Appio, poco dopo nel locale in Trastevere, e infine – 5 giorni fa – al nuovissimo L’Elementare alla fine della Tuscolana Metropolitana. Il suo socio – e a dirla tutta primo believer e finanziatore – è Federico Feliziani, giovane imprenditore dai molti talenti di cui, prevedo, sentiremo ancora parlare a lungo. In società anche Lino Alessandro Lucarelli e Matteo Cipelletti.
L’Elementare Tuscolana è già sold out: camerieri con le ali ai piedi per gestire i coperti, prenotazioni di settimana in settimana e sono passati solo 20 giorni dall’apertura. Ecco di nuovo il successo annunciato.
Mi sono quindi messa a ragionare su questo format – come esercizio d’intelletto – e mi sono fatta un’idea del perché i romani amino L’Elementare benché non si tratti, e voglio sottolinearlo, di pizzerie romane classiche (rimando al podcast per chi volesse approfondire).
Trovo il nome già un indizio importante: ELEMENTARE. Semplice, facile, basilare. Elementare è anche il contrario di complicato, arduo. Un menu scritto sulla tovaglietta di carta con un’ offerta non eccessivamente ampia. Si gioca sul goloso a partire dai fritti come il supplì al telefono, il tramezzino Burger (foto sotto), il Tonnarello cacio e pepe o quello Lasagna (eccellente): innovativi ma che fondano le loro radici sulle ricette più amate da ogni romano e italiano in generale.
E le pizze, dalle classiche – margherita, fiori e alici, saltimbocca, salsiccia e cicoria – a quelle più originali – puttanesca, capricciosa de noantri (con l’uovo alla Bismark) – e poi le speciali, studiate in basa alle stagioni.
E le birre, i tavoli fuori, il chiasso della sala, la gente in piedi che ti fissa così magari ti alzi. I bambini che ridono, qualcuno strilla, i camerieri corrono, i pizzaioli fanno giochi di prestigio e ti senti trasportato indietro nel tempo, in quella dimensione che da romana col vizio del palato “fine” ricordo solo negli anni in cui non sapevo di averlo ma che qui, finalmente, posso riviverlo in un luogo dove c’è ricerca, ottimi impasti, idee brillanti seppur Elementari.
E si mangia bene. Sì perché da questo racconto sembra non sia importante, ma lo è. I fritti sono incredibili. La pizza è molto buona, meno friabile della classica romana ma questa è la tendenza (rimando ancora una volta al podcast), le ricette intelligenti, funky e ammiccanti.
Pizzeria L’Elementare è la pizzeria del quartiere ideale. Dove c’è la dimensione popolare ma con una spinta creativa, evolutiva. E amo il fatto che apra alla fine della Tuscolana Metropolitana. Gli auguro di conquistare ogni periferia perché è quel popolare che fa bene a tutti. Bravi.
L’Elementare Tuscolano
Via Licinio Stolone 92,
00175 Roma
Foto da L’Elementare (IG e Facebook)
Una risposta
Ciao 👋 Raga Sono Jacopo Il Ragazzo Bello 🤩 E Coi Capelli Rossi 👩🦰 Della Roma Ke Sono Venuto A Mangiare E Scoprire Una Super Sexy Pizzeria, La Pizza 🍕 È Buonissima 😋 Ieri Sera A Cena 🍲 Con Babbo Mio 💖 Ci Tornerò Volentieri Daje