di Chiara Fantasia
Il Galateo prevede una regola che qualsiasi dinosauro gourmet comprende senza troppi sforzi: portare una bottiglia di vino se si è invitati a cena è considerato inopportuno. I motivi sono due, e lampanti: se non conosci il menu, rischi accostamenti da brividi — e non quelli di piacere. Oppure, peggio ancora, il vino finisce esiliato in cantina (non la tua), tra gelo emotivo e sguardi taglienti.
D’altronde sarebbe assurdo infliggere al vostro ospite un bianco frizzantino con arrosto e patate – un dolore sensoriale simile a una cartella esattoriale – oppure un rosso tannico con crostacei, più fastidioso delle unghie sulla lavagna. L’unico cavillo salvavita galateo-approved sarebbe arrendersi, rinunciare a bere la propria bottiglia e dichiarare che il vino è un regalo da consumare in un altro momento. Tuo malgrado.
Quindi: o si cambia tipo di regalo o si sceglie tra quei vini da portare a cena che possano davvero fare bella figura in ogni situazione.
Questo articolo nasce da un disagio personale: chi scrive, ogni santa volta che riceve un invito a cena, si ritrova a vagare incerta tra le etichette, nel terrore di commettere l’errore fatale. Lungi da me offrirvi una soluzione definitiva (non ne ho l’arroganza, né le competenze), ma l’intento è semplice: suggerirvi cinque tipologie di vini da portare a cena, più un bonus, che potete offrire senza offendere nessuno né sbagliare. Non parleremo di etichette o brand: la selezione spetterà a voi, con buon gusto e spirito critico.
Trento DOC

Elegante, verticale, mai invadente: il Trento DOC, soprattutto in versione Pas Dosé, è lo spumante metodo classico più sottovalutato dai profani e amato dagli intenditori. Prodotto da uve coltivate ad alta quota, ha freschezza, acidità e finezza, con un bouquet che spazia dalla mela renetta alla crosta di pane. È perfetto per aprire una cena, ma può accompagnare anche primi piatti, pesci grassi e carni bianche. Rispetto al più noto Franciacorta, ha una linea più tesa e minerale, che lo rende ancora più trasversale.
Lambrusco secco

Sì, hai letto bene: Lambrusco. Ma non quello dolciastro da supermercato: parliamo del Lambrusco secco, magari di Sorbara o di Grasparossa, magari naturale. Con il suo colore rubino, la spuma vivace e il profilo acidulo. È un rosso frizzante che ama i salumi, le lasagne, le zuppe rustiche, ma anche la cucina vegetariana e certe preparazioni orientali. La sua versatilità sta proprio nella capacità di alleggerire anche i piatti più pesanti, senza mai essere scontato. E poi è un vino sociale, allegro, con quella personalità sincera che conquista tutti. Non sottovalutarlo.
Pinot Nero

Tra i vini rossi, il Pinot Nero è il più soddisfacente da bere (quando è riuscito). Se proviene da zone fresche come l’Alto Adige o l’Oltrepò Pavese, riesce a mantenere tannini leggeri, acidità brillante e profumi di frutti rossi, spezie e sottobosco. È perfetto con piatti a base di carne bianca, funghi, salmone, formaggi semi-stagionati e ricette vegetariane complesse. Non aggredisce mai il cibo, ma lo accompagna con discrezione.
Verdicchio

Magari evitiamo le versioni – seppur splendide – troppo cariche o affinate in legno: quello che cerchiamo è un Verdicchio vinificato solo in acciaio, che mantenga intatta la sua spalla acida a e la tipica sapidità. Perfetto con piatti di pesce, ma anche con zuppe leggere, paste con verdure, carni bianche e formaggi freschi, da solo. Il Verdicchio dei Castelli di Jesi o di Matelica, se ben fatto, è per chi ama la precisione: fresco, dritto, pulito.
Champagne

Quando non si hanno certezze sul menu, lo Champagne è la risposta più sicura e raffinata che tu possa trovare. Metodo classico per eccellenza, può spaziare da aperitivo a piatto principale con disinvoltura, adattandosi tanto alla cucina di pesce quanto a carni bianche, verdure elaborate e persino preparazioni più complesse o grasse. La sua acidità viva, la bolla finissima e l’eleganza aromatica lo rendono un passepartout di lusso, mai banale, che comunica cura e buon gusto. Se non sai cosa portare, porta Champagne. E se non lo stappano, chiudi tranquillamente l’amicizia.
Se vuoi fare un passo in più, punta su uno Champagne rosé con la sua struttura e versatilità ulteriore. È perfetto sia per i menu di mare che di terra, perché il rosé ha corpo a sufficienza per reggere una carne e freschezza per armonizzarsi con pesce o crostacei. Non è necessario scegliere marchi blasonati: anche le maison più piccole propongono etichette impeccabili.
In ogni caso, portare uno Champagne è come presentarsi con un regalo su misura: raro che qualcuno non apprezzi.
Bonus: una bella bottiglia di Gin

Se nessun vino ti convince, o se vuoi davvero sorprendere i padroni di casa, punta su una bottiglia di Gin accompagnata da una tonica premium. Perfetto per un aperitivo improvvisato o un fine pasto alternativo. Già che ci sei, porta pure due lime, e la figura è fatta. Un equivalente liquido del tubino nero: sempre appropriato, sempre elegante.