Negli ultimi anni i dehors – gli spazi all’esterno di bar e ristoranti – hanno trasformato l’aspetto delle città italiane, diventando simbolo della socialità post-Covid. La normativa emergenziale, pensata per sostenere il settore e garantire il distanziamento, aveva liberalizzato la loro installazione su suolo pubblico. Fino a pochi giorni fa sembrava che questa fase fosse vicina a concludersi, con la fine del regime “dehors liberi” fissata al 31 dicembre 2025. La prospettiva di un ritorno immediato a regole ordinarie e vincoli più rigidi aveva acceso il dibattito tra esercenti, cittadini e istituzioni.
Ma un emendamento al ddl Semplificazioni ha modificato lo scenario: la disciplina semplificata resterà in vigore fino al 30 giugno 2027. Bar e ristoranti potranno quindi continuare a beneficiare delle regole agevolate introdotte durante la pandemia, senza un ritorno immediato ai vincoli ordinari. La proroga risponde a una duplice esigenza: evitare un vuoto normativo e concedere più tempo sia ai Comuni sia agli esercenti per adeguarsi gradualmente. Nel frattempo, entro il 31 dicembre 2026, le amministrazioni locali dovranno adottare i regolamenti definitivi previsti dalla legge sulla concorrenza.
Il ruolo dei Comuni e la tutela dei centri storici

La riforma attribuisce ai Comuni un ruolo centrale nella gestione dei dehors, che diventeranno responsabili di autorizzazioni, canoni e regolamenti. Parallelamente, le Sovrintendenze manterranno poteri mirati solo sugli spazi collocati “strettamente prospicienti” a monumenti o siti di pregio, così da garantire che installazioni temporanee non compromettano il patrimonio storico e paesaggistico. L’intento è costruire un equilibrio: semplificare le procedure per favorire la vitalità economica dei centri urbani, ma senza rinunciare alla salvaguardia del decoro urbano e dell’identità architettonica.
Proroga dehors liberi: le reazioni del settore e le criticità ancora aperte
Il mondo della ristorazione ha accolto positivamente la proroga, leggendo la misura anche come un riconoscimento del ruolo che i dehors hanno assunto nel ripensare la socialità cittadina, ampliando le possibilità di fruizione degli spazi pubblici. Restano però questioni delicate: il rischio di occupazioni eccessive, la convivenza con pedoni, residenti e persone con disabilità, l’impatto sul traffico urbano. La proroga fino al 2027 garantisce continuità, ma rinvia il nodo cruciale: definire un modello stabile, uniforme e condiviso che sappia bilanciare esigenze economiche, tutela dei luoghi e qualità della vita.