di Bjork
Disclaimer: C’è un ragazzo su TikTok che recensisce “cose a caso”. Il suo account è @davidemagnaghi. È un format così divertente che abbiamo deciso di applicarlo al nostro campo: il cibo. Grazie, Davide!
Ah, La Pasqua.
La sorella minore del più popolare Natale, ma con la stessa ansia da prestazione, meno lucine e più uova ricoperte di carta stagnola che sfida ogni codice pantone. È la festa in cui Gesù risorge, le diete collassano e le tovaglie a fiori fanno outing.
Ecco a voi, cari lettori, la mia cartolina pasquale: “Recensisco cose sulla Pasqua” – ovvero: il trionfo della colomba e della sopportazione.
1. L’Uovo di cioccolato formato lavatrice
Simbolo indiscusso della Pasqua, soprattutto quando raggiunge le dimensioni di un elettrodomestico e viene scartato con la stessa fatica. La sorpresa? Un oggettino miserabile avvolto in plastica spigolosa che riesce a deludere anche chi ha zero aspettative. Il cioccolato spesso è mediocre, ma ci si tuffa lo stesso con la voracità del lunedì mattina. Per aprirlo serve un martello o la furia di un bambino sotto zucchero.
Voto: 4/10, perché se la sorpresa è un anello di plastica rosa shocking, voglio almeno il diritto al reso.
2. La colomba
La colomba pasquale è il tentativo goffo del panettone di avere una cugina di stagione. Soffre di personalità multipla: sembra un dolce ma ha il carattere di un divano letto. La glassa si frantuma come vetro vulcanico, e le mandorle sembrano munizioni. C’è chi la ama solo quando è “rivisitata”, cioè completamente stravolta.
Voto: 5/10, perché va giù bene solo se inzuppata nel caffè o nella disperazione.
3. L’agnello (quello vero)
Classico della tavola pasquale e del senso di colpa pascoliano. Ha la tenerezza della carne e quella dello sguardo stampato nella memoria. Ogni morso è un dibattito etico, ogni boccone una puntata di “Black Mirror: versione contadina”. Ma è pur vero che il forno con patate e rosmarino non perdona.
Voto: 3/10, perché alla fine ci troviamo a mangiarlo con l’aria di chi ha appena perso una scommessa morale.
4. L’agnello di pasta di mandorle
Un oggetto misterioso a metà tra la pasticceria e l’artigianato voodoo. Ha occhi di zucchero finto e un’aria imbalsamata che non invita all’assaggio. Nessuno lo mangia davvero, si guarda, si sposta, si eredita come una statuetta. È dolcissimo e stomachevole, ma resiste alla decomposizione come un vampiro siciliano.
Voto: 6/10, per la capacità inquietante di sopravvivere a tutte le festività, incluso Ferragosto.
5. Il pranzo infinito
Antipasti a cascata, due primi, tre secondi, dolci, caffè, amari e poi la morte dolce sul divano. È la Pasqua gastronomica: resuscita tutto tranne la digestione. I dialoghi si dissolvono nella masticazione, le conversazioni si ripetono ogni anno. Si comincia alle 12:30, si finisce quando cala il sole o la forza vitale.
Voto: 7/10, perché in fondo è un rito, un’orgia alimentare travestita da tradizione.
6. La gita fuori porta
Pasquetta: ovvero “facciamoci del male collettivamente su un prato fangoso”. Code per arrivare, code per tornare, e nel mezzo: griglie, fumo e insalate di riso che già puzzano. Ci si siede su coperte umide fingendo che sia “rilassante”, mentre un’ape minaccia la zia Clara. Qualcuno dimentica il sale, qualcuno dimentica il bambino nel bagagliaio.
Voto: 8/10, per l’energia da campeggio improvvisato e il glorioso caos da sagra non autorizzata.
7. Il ritorno del centrotavola
Ogni Pasqua si presenta lui: un nido di plastica pieno di ovetti e pulcini psichedelici. È sopravvissuto a traslochi, divorzi e almeno due gatti curiosi. Sta al centro della tavola come un’opera d’arte fraintesa, in silenziosa minaccia. Ha piume finte che si staccano come peli di gatto, e un odore vago di muffa e vaniglia.
Voto: 9/10, per la resilienza e il tocco kitsch che urla “anni ‘90 forever”.
8. La benedizione dell’uovo
Un momento mistico che trasforma un uovo sodo in oggetto sacro. La nonna lo benedice con tre croci mentre mormora qualcosa in dialetto antico. Guai a mangiarlo prima, altrimenti “porta male per tutto l’anno e anche un po’ al gatto”. Spesso resta nel frigo come reliquia fino alla Pentecoste.
Voto: 7/10, perché è puro folklore horror con un retrogusto di zolfo e affetto.
9. I parenti in felpa
Pasqua è primavera, ma il parentado si presenta vestito da dicembre siberiano. Felpe, pile, calzini pesanti, e l’immancabile zia che accende il forno “per scaldare la cucina”. C’è sempre un cugino che mangia con la giacca, per principio o per paranoia termica. Lo sbalzo termico tra balcone e salotto potrebbe causare shock culturali.
Voto: 10/10, perché niente rappresenta la pasquitudine italiana meglio della paura del freschino.
10. La lotta per la sorpresa
Due bambini, un solo uovo gigante: la tensione sale come in un reality show. Il momento dell’apertura diventa una scena di Hitchcock, col rumore della stagnola come colonna sonora. La sorpresa vola via, contesa come una reliquia sacra dai presenti minori. L’adulto arbitro finisce per “custodirla”, cioè nasconderla in un cassetto per sempre.
Voto: 6/10, per il mix di violenza simbolica e didattica precoce sull’ingiustizia.
11. Il pulcino da segnaposto
Quel cosetto giallo con gli occhi neri sbarrati e la consistenza di un piumino da spolvero. Sta lì, davanti a voi commensali a fissarvi, come se sapesse tutto. Ogni cosa malvagia abbiate fatto durante l’anno. E vi giudica! Ogni anno rispunta con le piume spelacchiate e un’aura da mascotte traumatizzata. Fa compagnia all’agnello di pasta di mandorla, in una specie di arca di Noè grottesca.
Voto: 5/10, perché fa ridere, inquieta, ma ormai è parte della famiglia.
12. La frase “Natale con i tuoi, Pasqua con chi vuoi”
Slogan da rivista settimanale che viene regolarmente smentito dalla logistica familiare. Alla fine sei sempre con gli stessi “tuoi”, ma con più pentole in bilico. Chi la dice di solito arriva con sei persone non annunciate e un cane in braccio. Nessuno è dove vuole essere, ma tutti fingono che sia una libera scelta.
Voto: 2/10, perché se Pasqua è libertà, io voglio passarla da sola in mutande mangiando gelato.
Ora tocca a voi: avete qualche altra recensione da aggiungere? Nel frattempo, buona Pasqua a tutti!