Il nuovo NIN di TERRY GIACOMELLO | Audiorecensione

di Lorenza Fumelli

Ups, I did it again.

Dopo il primo esperimento (riuscito) realizzato al Campocori dell’Hotel Chapter di Roma, eccomi tornata con una nuova audiorecensione, la seconda – spero – di una lunga serie. Per questa occasione sono andata sul Lago di Garda, a Brenzone (VR), all’interno del Park Hotel Belfiore per assaggiare la cucina di Terry Giacomello nel suo NIN, aperto da soli due mesi. Con me Gualtiero Spotti, già voce della puntata capitolina.

Il contesto è quello del Lago più grande d’Italia, dalla sponda Veronese, frequentato da turisti (per lo più tedeschi) e italiani benestanti. Ho scoperto che sul Lago di Garda la vacanza tipo è: sole, spiaggette, qualche cigno, corsi di vela, biciclette, kite surf, windsurf, yoga, piscina, escursioni, ma soprattutto: stand up paddling. Ossia lo sport di quelli che non hanno capito del tutto come funziona una tavola da surf. 

Nella sala ristorante dell’hotel – splendido – che vedete fotografato dal lago c’è la nuova creatura dello chef friulano. 

Cosa sapere su Terry Giacomello

Nato a Montereale Valcellina, ha iniziato la sua carriera nella locanda di famiglia. Dopo aver completato gli studi presso un istituto alberghiero, ha ufficialmente iniziato la sua avventura arrivando presto a lavorare in prestigiosi ristoranti come: El Bulli di Ferran Adrià, il Mugaritz di Andoni Luis Aduriz, il Noma di René Redzepi, il D.O.M. di Alex Atala e molti altri.

Dopo gli anni all’estero, Giacomello è tornato in Italia e a Parma (Inkiostro) ha ottenuto la sua prima stella Michelin. La cucina di Terry è caratterizzata da un approccio tecnico e unico, un crocevia tra luoghi, sapori, emozioni veicolate allo stesso tempo da tecnologia e artigianalità.  

La nostra cena al NIN

Non posso spoilerare tutto il contenuto del podcast, ma voglio anticipare che la cena è stata bella e intensa. Riguardando le foto mi sono resa conto di ricordare ogni piatto e su 13 portate assaggiate direi che è piuttosto inusuale. Il nuovo menu (NIN) da noi provato costa 140€ con 90 € di abbinamento vini. C’è anche un meno di classici leggermente più breve (solo 10 portate) che costa 110€. 

La foto sopra, per esempio, ritrae il Pollo arrosto: cartilagine di pollo con cedro e spezie BBQ, lavorato in modo tale da avere nelle narici il profumo netto del miglior pollo arrosto, ricordo della domenica per quasi tutte le famiglie italiane. 

O i Capellini d’angelo, realizzati con siero di Parmigiano, brodo di funghi e alga Kelp. Una preparazione decisamente complessa per un piatto intenso ma semplice al palato, gustoso e confortevole. 

Qui sopra invece Ricordo di mio zio o patata fondente. Tenetela a mente perché se ne parlerà nel podcast. Prima di lasciarvi all’ascolto vorrei introdurvi la figura chiave di tutta l’audiorecensione di oggi: la signora GILDA.

Chi è la signora Gilda

Personaggio del tutto immaginario, Gilda è per noi la cliente potenziale di Terry al NIN: ricca, vedova (dice Spotti), frequentatrice per lo più di ristoranti iper-tradizionali e che ogni tanto, visto che se lo può permettere, sperimenta qualcosa di più innovativo. Gilda non capisce molto di alta cucina, il suo palato non è tra i più evoluti, ma proprio per questo rappresenta il benchmark da accontentare. Anche e soprattutto lavorando con tecniche innovative, ingredienti di scarto o di difficile utilizzo

Per scoprire se Gilda si è goduta la sua cena al NIN vi lascio al Podcast,
Buon ascolto.

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