Storie di passione, fuffa e autoreferenzialità nel mondo del BAR, con Leonardo Leuci

Leonardo Leuci

di Lorenza Fumelli

Certo che ne abbiamo fatti di casini, noi giornalisti del mondo food. Negli ultimi 15 anni ci siamo impegnati a portare alla ribalta persone trasformandole in personaggi del settore, creando bramosia, rivalità, talvolta ossessione.

Non ci è bastato intervenire nel mondo della cucina e dell’alta cucina a gamba tesa, scrivendo articoli (cosa che faccio ancora con grande piacere), osannando cuochi, creando classifiche dal potere così paranormale da ammaliare ogni chef con un pizzico di ambizione, costringendoli ogni notte a sognare di farne parte o a dimenticare gli investimenti fatti per riuscirci.

NO. Talmente tanto non ci bastava che abbiamo deciso di farlo anche col mondo del BAR

Conosco bene il mondo del bar. Ho lavorato come bartender a Roma per circa 7 anni e mi piaceva. Tanto. È tutto diverso dalla cucina. Lì l’artigiano-artista-creatore (chiamatelo come volete) è davanti a te, sul bancone. Ti guarda negli occhi, ti parla, ascolta, racconta.

È un rapporto molto intimo: di mezzo c’è l’alcol, che di fatto è un veleno. C’è una linea sottile di piacere, attenzione e sostegno. È qualcosa che onestamente non esiste in un ristorante dove la sala fa da (splendida ma pur sempre) intermediaria, ed è magico. 

Il podcast di oggi parla proprio di questo.

Parla di come in questi ultimi anni sia venuta meno la relazione dei grandi bartender con i clienti a favore della ricerca del successo, dell’attenzione dei colleghi, dell’ostentazione di tecnica e concetto. In due parole: dell’autoreferenzialità di un settore che faceva dell’hospitality il suo punto di forza. 

E sempre per colpa nostra. Della nostra attenzione, delle liste iper esclusive, del valore dei like sotto ai post di Instagram. 

Ma non sarò io a fare questa riflessione, anzi, non mi sarebbe mai venuta in mente se un giorno Leonardo Leuci, fondatore di uno dei più importanti locali del mondo quale il Jerry Thomas Project di Roma, non mi avesse chiamato informandomi che aveva qualcosa da dire. 

Allora ascoltiamolo.

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3 risposte

  1. Leo è sempre acuto, diretto, piacevole, pungente, rassicurante e vero!
    Ascoltarlo fa’ sempre piacere e chi lo interpreta bene, ne guadagna molto!
    Seguire i suoi discorsi dovrebbe aumentare il livello di autovalutazione ed eventuale cambio di marcia e/o direzione.. fa’ venire dubbi anche ai più sicuri di se! Come sempre tanta stima al mio collega di lunga dorata! P.s non è vero che fa’ questo lavoro da 25 anni.. qualcosa in più 😂😂😂

  2. […] di Agrodolce, penna arguta quanto sferzante e gustosa, venerdì scorso, apre così su “The FoodZilla” seguitissimo nuovo progetto editoriale della giornalista e critica […]

  3. […] un poco le sue meningi affaticate. È successo nella prima stagione con il podcast “Fuffa e autoreferenzialità nel mondo dei bar”, e succede proprio all’alba della seconda stagione con questo suo ultimo, […]

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