I racconti del Professore: Trattoria Tripperia Le Zendraglie a Napoli

(…o dei posti che vorresti avere sotto casa)

di Alfonso Isinelli

Come a Napoli solo a Napoli. Solo qui il proprietario del B&B dove andrai a dormire ti chiede come sei organizzato per arrivare dall’aeroporto e alla risposta che sei da solo e prenderai un taxi, ti comunica che verrà a prenderti in moto, con tanto di casco naturalmente, in un giro bellissimo tra strade principali e vicoli.

Solo nei vicoli vedi la passione del popolo napoletano per la sua squadra di calcio e il suo straordinario percorso di quest’anno. Non una parola o un motto fuori posto. Solo gioia, colori, magliette che lI addobbano tutti.

E i vicoli, posti che fino a qualche anno fa sarebbero stati quasi infrequentabili, oggi sono pieni di gente che affolla negozi, locali di ogni tipo: dalla trattoria al cocktail bar, dalla pizzerie a qualsiasi forma di cibo d’asporto partenopeo, in un clima felice, festoso, mai teso. Anche quando sei costretto a camminare tra i tavoli.

Solo a Napoli, dopo aver goduto degli scorci di rara bellezza, puoi mangiare delle impagabili polpette al ragù alla Trattoria La Mattonella, a non più di dieci minuti a piedi da Piazza Plebiscito.

E solo a Napoli resiste fortemente la tradizione delle tripperie: un banco di metallo, un filo d’acqua continuo ad irrorare per non farle seccare, e tutte le frattaglie che possiate immaginare: trippa, centopelli, muso, zampetti, mammelle.

A chi scrive è capitato di imbattersi all’inizio del quartiere Pignasecca (siamo in pieno centro, via Toledo è praticamente attaccata) ne Le Zendraglie, trattoria e tripperia dal 1965, come recita il banco.

Non vi racconterò di proprietari e chef, perché non li conosco e temo che loro non abbiano nessun interesse a farsi conoscere. Posso solo dirvi che le zendraglie pare fossero le popolane napoletane, che in maniera sguaiata urlavano durante le spesa, per far capire cosa volessero comprare. Chi è napoletano saprà dirmi se è vero o meno.

So sicuramente che questo ben di Dio del quinto quarto, potete portarvelo a casa oppure gustarlo nelle sale interne. Faceva un caldo boia, dunque niente zuppa di soffritto e tantomeno brodo di trippa, ma trippa fritta oppure l’insalata, dove tutti pezzi bolliti sono serviti conditi con olio, sale e pepe e una copiosa quantità di olive e lupini. Prima di parlarvene, vi dirò che ho provato una buona impepata di cozze, anche perché rispettava il suo nome ed era ricca appunto, comme il faut, di pepe.

E poi il piatto principale, lauto (ci si poteva tranquillamente mangiare in due) dove è tutta una scala di consistenze dal morbido della mammella al morso intenso del muso, con tutte le altre gradazioni di sapori e masticabilità. Ci impiegherete una buona ventina di minuti a finirla, sarete appagati, non vi passerà nemmeno per la testa di chiedere il dolce e al limite, oltre all’acqua, prenderete una birra, rigorosamente non artigianale. Appagati, spenderete come me 33 euro, con l’idea di tornare in inverno per gustare i piatti più sostanziosi.

Amen.


Le Zendraglie
Via Pignasecca 14,
Napoli 


Foto Credits: Alfonso Isinelli e Laura Guerra per lucianopignataro.it

Condividi con gusto