“QUANDO ESCI DAL RISTORANTE STELLATO DEVI ANDARTI A MANGIARE UN KEBAB”
“LE STELLE MICHELIN SI COMPRANO”
“PER STARE NELLE GUIDE SI PAGA”
“I RISTORATORI SONO TUTTI RICCHI SFONDATI”
“QUANTO DEVI ESSERE STUPIDO PER PAGARE 40€ UN PIATTO CON 3 RIGATONI?”
Che palle. Si può dire che palle? Anche se poco elegante, lo dico lo stesso. Sono anni che noi addetti ai lavori proviamo ad accorciare le distanze tra i detrattori della cucina di ricerca o alta cucina (più corretto che “cucina stellata”) e i suoi luoghi e interpreti. Ma sembra una battaglia persa.
Appena ci si prova ad affacciare oltre la zona comfort dei gourmet e amanti del genere, si viene travolti da uno tsunami di luoghi comuni, enunciati con supponente arroganza condita con spocchiose risatine, frasi fatte ripetute a paperella, sempre identiche, sempre le stesse. Quindi sì: che palle.
Riflettendoci però, non sono sicura che noi si abbia mai realmente provato a rispondere con calma, dignità e classe (cit.) a queste affermazioni, spesso figlie di poca dimestichezza sull’argomento e ancor più spesso provocate dai costi alti di questi ristoranti che, se estrapolati da contesto e motivazioni oggettive, sembrano probabilmente senza senso. Ma non è così.

Allora, almeno una volta, vale la pena provare seriamente a rispondere a tali accuse, hai visto mai che qualcuno ci crede. Per farlo ho chiamato una persona che ha l’indiscutibile capacità di dialogo con tutti, che siano fanti o che siano re, perché è in qualche modo un uomo del popolo. Oltreché un professionista eccellente.
Parlo di Alessandro Pipero, l’ideatore di ristoranti di successo a cui dà il suo nome. L’ultimo è Pipero a Corso Vittorio a Roma, con Ciro Scamardella al pass, 1 stella della guida Michelin. Chi meglio di lui? Armiamoci quindi di gentilezza e comprensione e proviamo a rispondere ai 10 luoghi (più) comuni sull’alta cucina.
Buon ascolto!
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