Benvenuti su International Mappazzoni, la rubrica che nessun italiano ha mai chiesto ma di cui tutti sentivamo il bisogno. Perché sì, a volte l’estero prende i nostri piatti, li coccola, li reinventa e li distrugge.
Proprio come la pasta all’Alfredo che tra poco andremo a vedere. Noi siamo qui, cucchiaio di legno in mano, a guardare i mappazzoni prendere forma, col sorriso amaro di chi sa che la cucina italiana all’estero è un meme vivente. Ma almeno ridiamoci su, no?
La vera pasta all’Alfredo

Prima di entrare nel forno dell’orrore, facciamo un passo indietro. Le Fettuccine Alfredo nascono a Roma, nei primi del ‘900, per mano di Alfredo Di Lelio, che per amore della moglie, per farla mangiare dopo il parto, inventò questa pasta burro e Parmigiano talmente mantecata da sciogliersi in bocca. Niente panna, niente pollo, niente bacon. Solo burro freschissimo, pasta all’uovo e un signor Parmigiano.
Il successo? Arriva quando Mary Pickford e Douglas Fairbanks, star di Hollywood in viaggio di nozze, se ne innamorano. Tornano negli States e la leggenda parte, l’Alfredo diventa: LA pasta cremosa per eccellenza. Peccato che qui da noi, a parte qualche trattoria storica, resti giusto un piatto da cartolina per americani nostalgici.
Chicken, Spinach & Bacon Alfredo pasta bake: tutto ciò che Alfredo non avrebbe voluto

Ed eccoci qui, davanti all’ennesima reinterpretazione creativa che prende l’Alfredo, lo sminuzza e lo infila in forno come se fosse un segreto di famiglia tramandato da generazioni di zii americani in gita a Roma. Ma iniziamo dal principio.
Le fettuccine? Sparite, liquidate senza pietà. Al loro posto, una pasta corta, rigatoni per la precisione, che regge bene la colata lavica di panna e formaggio.
Poi c’è il pollo, quello disossato e senza pelle, rosolato a dovere in padella con un giro d’olio e una spolverata d’origano, per dare un’aria un po’ più seria alla faccenda. Non mancano gli spinaci, gettati lì a caso per convincerci che forse, forse, è un piatto healthy. Poi ci butti dentro il bacon, ovvio: croccante, affumicato, indispensabile per un vero comfort food anglosassone, quello che ti fa sentire subito coccolato e in colpa allo stesso tempo, perché diciamocelo, senza quel tocco di grasso croccante non sarebbe la stessa abbuffata di consolazione.
Tutto finisce in una crema densa, ma di quella mantecatura liscia e burrosa che faceva sognare Alfredo, nemmeno l’ombra. Qui è più una mappazza appiccicosa che si attacca a tutto. Poi via, in forno, a gratinare per mezz’ora, così l’Alfredo originale diventa un ricordo lontano, sepolto da crosticine bruciacchiate di cheddar filante.
Il risultato? Una pasta che non saprà più se essere una lasagna, un mac ’n’ cheese o una frittata di spaghetti. Il tutto servito come un’idea furba per cena veloce. Furba sì, per far andare su tutte le furie un romano medio.
Alla prossima puntata (purtroppo)
Insomma, la pasta al forno all’Alfredo entra di diritto nella nostra Hall of Fame dei mappazzoni internazionali. E ora scusateci, ma dobbiamo riprenderci con un buon piatto di pasta al burro e Parmigiano vero.
Alla prossima ricetta estera cucinata male. Ne troveremo ancora tante, purtroppo. Stay Mappazzoni.