Recensisco cose sul cibo: la colazione in hotel

La colazione in hotel è un'esperienza sociale e gastronomica piena di contraddizioni, tra buffet sovraccarichi e camerieri giudicanti. Cibi, situazioni e oggetti tanto scontanti quanto assurdi che, oramai, fanno parte di questo must della vacanza. Un rito collettivo – tra compromessi, abitudini e piccole delusioni – che resiste al tempo e si ripete sempre uguale in ogni angolo del mondo.

Recensisco cose sul cibo: la colazione in hotel - immagine di copertina

Tra l’odore pungente del detergente per pavimenti e il silenzio ovattato delle prime ore del mattino, c’è un momento in cui ogni persona si ritrova di fronte a un grande dilemma vacanziero: la colazione in hotel. Che tu stia in un boutique hotel minimalista o in una pensione con tendaggi anni Settanta, il buffet della mattina si presenta come una cerimonia collettiva fatta di scelte sbagliate, sorrisi forzati e cucchiaini appiccicosi.

È con questo spirito che proseguiamo la nostra rubrica di “Recensisco cose sul cibo”: questa volta tocca alla colazione in hotel, sogno di una società che vuole sentirsi ricca per mezz’ora, ingozzandosi di pancake proteici, burro monodose e succhi improbabili. Ecco, dunque, tredici elementi imprescindibili di questa esperienza mistica, con tanto di voto e giudizio illuminato.

Il buffet internazionale

colazione in hotel

Pane, marmellate, uova strapazzate, qualche affettato, formaggi e bacon. Il buffet internazionale cerca di offrire varietà e, puntualmente, finisce per risultare impersonale. Cambiano i Paesi, le categorie e le ambizioni delle strutture, ma l’offerta mattutina tende ad assomigliarsi un po’ ovunque. Più che un piacere, spesso, sembra un obbligo per la struttura. Daremmo un 5, ma lo spreco giornaliero di cibo fa abbassare il voto al più spregevole 2 dato a chi non ha nemmeno il coraggio di alzarsi dalla sedia. Codardi.

Voto: 2/10

Le brioches di plastica

Brioches standardizzate, spesso confezionate e conservate a lungo. L’aspetto può ingannare, ma il sapore e la consistenza rivelano subito la loro natura industriale. Poco soddisfacenti.

Voto 3/10

La spremiagrumi

spremiagrumi

Un mostro di plastica trasparente che sputa un liquido tra la Fanta annacquata e l’Aulin che ti spari per alleviare il mal di testa. La sua forma è equivalente al prodotto che emana: strana, polimorfa, articolata. Come il succo. Quasi sempre o troppo dolce o troppo acido. E raramente sa davvero di arancia, ma forse è colpa delle arance e, quindi va bene lo stesso.

Voto: 6/10

Il cameriere giudicante

cameriere hotel

Colui che ti scruta silenziosamente mentre torni al tavolo col terzo piattino. E lo fa con uno sguardo giudizioso, come se stessi sottraendo il pane agli orfani. Ha visto troppo cibo sprecato e troppa Nutella rubata. Non dice nulla. Ti senti in colpa in ogni caso.

Voto: 7/10

La frutta fresca

Cubetti di melone anche a febbraio, uva con buccia molle e ananas dal colorito – diciamo così – un po’ più spento di come dovrebbe essere. Se la frutta è preparata ore prima, la freschezza diviene alquanto discutibile e il sapore raramente convince a pieno.

Voto: 4/10

Il tostapane a nastro

tostapane

Macchina infernale che non tosta mai come vuoi tu: carbone radioattivo o pane in catalessi. Passi il tempo a fissare la fetta, sperando che faccia quello che dovrebbe fare, ma niente. Inaffidabile.

Voto: 3/10

Le marmellatine in mini barattolo

Carine, fotogeniche, ma con la stessa quantità di frutta di una caramella Rossana. Aprirle è un atto di forza e di fede, spalmare il contenuto è un esercizio zen da colazione in hotel.

Voto: 6/10

Il caffè del dispenser automatico

Un liquido scuro, con lo spiacevole retrogusto di plastica fusa. Spesso acquoso, ci si chiede come la specie umana sia capace di andare sulla luna e, allo stesso tempo, progettare una macchina del caffè che non sappia fare il caffè.

Voto: 0/10

Il dispenser automatico

dispenser automatico

Cappuccino, caffelatte, tè, cioccolate calde e chi più ne ha più ne metta. Non si salva nulla, anche perché più o meno hanno tutti lo stesso sapore – chi ha detto zucchero? – di roba strana molto tendente al plasti-chimicoso.

Voto: 0/10

Il burro in monoporzioni congelate

Mattoncini di ghiaccio giallo che neanche Excalibur riuscirebbe a spalmare sul pane. Quando finalmente si scioglie, probabilmente sei già alla fine del terzo piattino. Resilienti.

Voto: 5/10

Il tipo che prende tutto

colazione in hotel

Cliente mitologico che fa incetta di croissant, bacon, waffle e pancake, creando carestie locali mentre tu ti limiti a uno yogurt depresso. Non giudicarlo: è il re della colazione. Coup de théâtre: in realtà, quando è a casa propria non fa colazione.

Voto: 7/10

Le uova sode

Servite fredde, con guscio screpolato. Spesso troppo cotte, con il tuorlo che vira al verde e una consistenza farinosa. Non attirano l’attenzione e restano quasi sempre nei piatti. Cinderella’s sisters.

Voto: 1/10

La signora che fa il panino per dopo

Eroina clandestina che ruba due fette di salame e un panino per la gita in quella chiesa sperduta tra le valli. Destrezza degna di Ocean’s Eleven. Ma nemmeno l’accoppiata Clooney-Pitt avrebbe così tanto coraggio alle otto del mattino.

Voto: 8/10

Leggi anche: Recensisco cose sul cibo: La Spiaggia

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