Tra una strisciolina di carne essiccata e un tocco di piccante, le coppiette rappresentano un vero simbolo dello street food romano. Non sono solo uno snack da passeggio, ma un piccolo viaggio nel tempo. In ogni morso, si riscoprono secoli di storie contadine, antichi saperi di macellai e norcini e un legame profondo con le tradizioni della città e dei suoi dintorni. A vederle rosse e lucide sui taglieri delle fraschette o nei banchi delle gastronomie sembrano semplici strisce di carne, ma racchiudono rituali, gesti e pazienza di chi ha inventato un modo per conservare e valorizzare ciò che la natura offriva.
I romani le amano da sempre e non è difficile capire perché. Il gusto deciso, il profumo che anticipa il morso e quella consistenza che cede al dente ma resta compatta rendono le coppiette un piccolo capolavoro da scoprire e da assaporare con calma, magari accompagnandole con un buon vino rosso o lasciandosi trasportare dal loro carattere audace e autentico.
Radici antiche e origine contadina
Le coppiette affondano le radici nella necessità di conservare la carne prima dell’invenzione dei frigoriferi. All’inizio venivano prodotte con carne di cavallo, essiccata con sale, pepe, finocchietto e peperoncino. Questo permetteva di nutrire soldati, pastori e viaggiatori durante le lunghe trasferte. La tecnica potrebbe risalire agli antichi Romani, quando la carne salata era essenziale per chi affrontava lunghi viaggi. Invece il nome coppiette deriva dal fatto che le strisce di carne venivano legate in coppia e lasciate essiccare per circa due mesi. Non ha alcun riferimento a cuori o innamorati, ma celebra l’arte della conservazione della carne.
Dalla carne al salume: come nascono le coppiette e i loro benefici

Oggi le coppiette si preparano quasi esclusivamente con carne di maiale, dalle parti più nobili come cosce, filetto e lombi. Dopo il taglio in strisce sottili lunghe dai 10 ai 20 centimetri, le coppiette vengono aromatizzate con peperoncino, finocchietto, aglio, sale e talvolta anice stellato. Poi vengono essiccate lentamente legate in coppia. Questa lavorazione artigianale, spesso realizzata entro uno o due giorni dalla macellazione, garantisce il gusto intenso e la consistenza unica. Alcune varianti prevedono una leggera affumicatura, mentre in altre zone d’Italia le coppiette possono raggiungere i 30 centimetri di lunghezza o assumere forme leggermente più doppie, mantenendo sempre il carattere rustico e autentico.
Le coppiette non sono solo saporite. Sono uno snack ricco di proteine e povero di grassi, con circa 228–240 kcal per 100 grammi e oltre 40 grammi di proteine. Perfette per chi segue diete iperproteiche o per sportivi, rimangono un alimento saziante e versatile. Si gustano come antipasto insieme a formaggi e porchetta oppure come snack da passeggio. Il peperoncino, oltre a dare carattere al sapore, veniva tradizionalmente usato nelle osterie per stimolare i commensali a bere, un dettaglio che unisce gastronomia e costume locale.
Street food romano e curiosità regionali
Insieme alla porchetta, le coppiette sono uno dei simboli del cibo di strada romano. Vanno mangiate rigorosamente con le mani, perché strapparle a morsi fa parte del piacere e regala una vera esperienza sensoriale. Sono arrivate fino a noi come snack dei pastori o degli avventurieri che raggiungevano la città per vendere i propri prodotti al mercato e ancora oggi conservano questo legame con praticità e convivialità.
Oltre alla versione romana e dei Castelli Romani, esistono varianti umbre, toscane e calabresi. Alcune aggiungono spezie diverse o carni alternative come il cinghiale e un peperoncino più intenso. Il luogo considerato eccellenza nella produzione resta Ariccia, patria della porchetta e delle coppiette più autentiche, dove ogni tagliere racconta la storia di un territorio che ha fatto della carne essiccata una vera arte.
Coppiette oggi: dalla fraschetta alla tavola
Le coppiette si trovano oggi nei mercati, nelle migliori gastronomie e nelle fraschette dei Castelli Romani. Possono essere servite come antipasto insieme a crostini rustici, porchetta e formaggi locali oppure gustate da sole, sempre accompagnate da un buon vino rosso, come dicono i romani, “la morte loro”. Mangiare coppiette significa immergersi in una storia lunga secoli, tra mestieri artigianali, sapori intensi e rituali antichi, che rendono ogni boccone un piccolo viaggio nel cuore della tradizione laziale.