Progetto Ragù: quando i quaderni di cucina delle nonne diventano patrimonio digitale

Ragù è un progetto che salva i ricettari manoscritti delle famiglie italiane trasformandoli in un archivio digitale condiviso. Nato da un’idea di Mila Fumini, raccoglie quaderni di cucina, li fotografa, li trascrive e li rende consultabili online, valorizzando memoria, cultura e tradizioni.

Progetto Ragù: quando i quaderni di cucina delle nonne diventano patrimonio digitale - immagine di copertina

Chi non ha mai visto, almeno una volta, il quaderno unto della nonna pieno di appunti scritti a mano, con calligrafia incerta e macchie di sugo sparse come firme d’autenticità? Quei fogli spiegazzati sono molto più di un promemoria per cucinare: sono archivi di memoria familiare, testimonianze di un tempo in cui le ricette si tramandavano sussurrandole in cucina, non cercandole su Google. Ma oggi questi tesori rischiano di sparire, persi tra traslochi, scaffali dimenticati e moderni libri di cucina patinati che di “tradizione” hanno poco. È qui che entra in gioco un progetto innovativo, che porta la cucina tradizionale direttamente nel digitale: il progetto Ragù. L’obiettivo? Salvare ricettari manoscritti, trasformarli in un patrimonio collettivo accessibile a tutti e costruire un grande racconto corale della nostra cultura gastronomica.

La storia di questo progetto

ragù

Tutto comincia da una cantina bolognese e da Mila Fumini, ricercatrice con la passione per gli archivi e l’odore di carta ingiallita. Nel 2017, mentre aiutava un’amica a svuotare scatoloni dimenticati, si è imbattuta in ricettari manoscritti che urlavano storie di famiglia e socialità da tavola. Da lì l’idea: trasformare quel materiale in qualcosa di accessibile, vivo e online. Nasce così il progetto Ragù – Reti e Archivi del Gusto, un modo di raccontare dialetti, tradizioni e simbologie legate al cibo. Non un archivio polveroso, ma una piattaforma partecipativa che mette insieme ricerca e storie di vita, con l’obiettivo di portare la cucina tradizionale italiana online senza perdere il profumo di casa.

Come vengono raccolti i ricettari

Per costruire l’archivio non servono spedizioni esotiche: basta incontrare le persone. Attraverso open call, eventi e contatti diretti con cittadini, sono emersi centinaia di quaderni che spaziano dall’Ottocento fino al Dopoguerra. Alcuni ordinati con grafia precisa e indicazioni minuziose, altri pieni di appunti veloci e macchie di cucina. Ogni ricettario porta con sé un pezzo di storia familiare: leggere quelle pagine significa conoscere un piatto, ma anche un momento di vita quotidiana.

I metodi per digitalizzare i ricettari

Una volta raccolti, i quaderni vengono fotografati in alta qualità e restituiti ai proprietari. Le ricette vengono poi trascritte grazie al contributo di volontari, che lavorano a un database condiviso. Questo approccio collaborativo rende il progetto dinamico e partecipato. E per gestire il tutto? Non serve un server segreto in Silicon Valley: basta GitHub, un open source che ospita dati, fa modifiche e aggiorna automaticamente il sito. Il risultato è una collezione navigabile arricchita da metadati intelligenti (ingredienti, luoghi, piatti), che permette a chiunque – dalla nonna al ricercatore – di cercare, sfogliare e scoprire preparazioni di piatti dimenticate.

La nuova piattaforma digitale

Grazie alla collaborazione con il DH.ARC (Digital Humanities Advanced Research Centre) dell’Università di Bologna e altre studiose, sono stati digitalizzati 120 quaderni. Oggi la lo strumento digitale consente di sfogliarli online, filtrando per area geografica, ricetta o ingrediente. È un passo importante: un archivio aperto, facile da usare e pensato per crescere nel tempo.

Il sogno è trasformare questo sito in una sorta di Wikipedia del gusto, dove chiunque possa caricare il proprio ricettario, dando vita a una biblioteca culinaria collettiva. Un progetto ambizioso, che unisce la ricerca accademica alla partecipazione della comunità.

I lati positivi del progetto Ragù

I lati positivi del progetto Ragù sono evidenti fin da subito: innanzitutto permette di salvare la memoria gastronomica, riportando in vita ricettari e tradizioni che rischiavano di scomparire. Allo stesso tempo valorizza la cultura del cibo nella sua dimensione più autentica, fatta di dialetti, usi quotidiani e pratiche domestiche. La piattaforma digitale rende questo patrimonio accessibile a tutti, trasformandolo in una risorsa preziosa non solo per gli studiosi ma anche per chiunque voglia riscoprire antiche preparazioni. Ragù, infine, non è solo archivio ma comunità, perché invita le persone a diventare protagoniste attive condividendo i propri quaderni e trascrivendo quelli degli altri.

Un modo per ribadire la forza delle donne

Il bello di Ragù è che mette in luce qualcosa che tutti sappiamo ma che spesso dimentichiamo: la cucina tradizionale italiana ha un cuore femminile. Nonne, mamme, zie e sorelle hanno trasmesso per generazioni ricette, trucchi e segreti tra i fornelli. Con la digitalizzazione, questa eredità non resta nascosta nelle cucine ma diventa patrimonio condiviso e studiabile, finalmente riconosciuto anche in ambito accademico.

Come proporre il proprio ricettario al progetto Ragù

Hai in casa un quaderno di ricette della nonna o qualche appunto scritto a mano?

Ragù accoglie volentieri tutto questo patrimonio gastronomico familiare. Il modo più semplice per partecipare è presentarsi agli incontri e agli eventi pubblici organizzati dal progetto, dove sarà possibile consegnare i ricettari: verranno fotografati e digitalizzati, pronti per entrare nella collezione online. Tra le occasioni più importanti ci sono eventi come il Mercato Ritrovato a Bologna, ogni sabato mattina di settembre e ottobre, e giornate speciali dedicate alle “Ricette ritrovate”.

Se non riesci a partecipare di persona, niente panico: puoi metterti in contatto diretto con Mila Fumini, responsabile del progetto, per concordare la consegna e la digitalizzazione dei tuoi materiali. Ragù accoglie quaderni, appunti di cucina e ricette manoscritte, con l’obiettivo di conservarli e renderli accessibili a chiunque voglia scoprire la storia della cucina italiana attraverso le memorie di famiglia. La modalità principale resta quindi la consegna fisica o l’organizzazione di un passaggio concordato con il team per far entrare i tuoi ricettari nell’archivio online.

E adesso? Tutti a rovistare in cantina

Ragù è la prova che il digitale può diventare alleato della memoria. Un progetto che parte da semplici quaderni scritti a mano e si trasforma in una piattaforma viva, aperta e in continua crescita. Conservare il passato non è nostalgia: è un modo per costruire un futuro più consapevole, dove le tradizioni culinarie diventano patrimonio collettivo.

tags: Ricette

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