Friccico a Roma: ritorno al futuro con la cucina rurale

Serena e Simone di Friccico a Roma

di Lorenza Fumelli

Non so lì da voi, ma qui a Roma siamo nel bel mezzo della Golden Age del gastrofighettismo. È tutt’un risplendere di enoteche (con vini naturali) che offrono ottime tapas, gustose trattorie moderne (con vini naturali) dalla proposta fresca e intelligente, etnici autentici possibilmente di cucina cinese, peruviana o nikkei. 

Il foodie capitolino si sposta dal nuovissimo Ruvido all’Appio Latino all’altrettanto recente Ciaparat dietro Re di Roma. Torna felice da Bar Bozza a Ostiense (dove si sta benissimo e si beve meglio), oppure sceglie Trecca, Retrobottega, Santo Palato e avanti così (tutti ovviamente con vini naturali). 

In questa ridondanza di posti belli, buoni e allineati c’è qualcuno che si distingue nelle scelte e nella filosofia di cui vale la pena parlare oggi: Friccico Mangia&Bevi Bistrò a Colli Portuensi, di Serena Moretti e Simone La Rocca.

Intendiamoci: giovani sono giovani, tatuati pure. Sono alla prima esperienza come proprietari esattamente come molti dei posti sopra citati, ma da Friccico c’è qualcosa di diverso.

Intanto non sono guidati unicamente dalla rigida filosofia del vino naturale, che oggi è quasi un atto rivoluzionario, e il loro vero punto di forza è nella filosofia di cucina: fatta col fuoco, iper-tradizionale, alla scoperta di piatti che è davvero difficile trovare nelle trattorie classiche. Un vero e proprio salto nel passato rurale che a Roma sa d’avanguardia.

Facciamo qualche esempio: Cosce di rana fritte (foto sopra), Vitello tonnato con salsa antica, Ravioli di fagiano burro e salvia, Pici al ragù d’ anatra, Petto d’ Anatra alla brace, Rollè di coniglio, e via così. Questo per dare subito un esempio della materia prima scelta: per lo più selvaggina, cacciagione, aia e cortile

Ogni piatto è curato nel dettaglio da Simone, preparato con passione e tecnica e proposto con attenzione al cliente ma senza diventare maniacale. Gentile ma non stucchevole. La cucina è quella dei gesti, antichi e familiari, della cottura a fuoco o alla brace, espressa o conservata con ricette e preparazioni di un tempo, come la carne salata (foto sopra) il foie gras fatto in casa di petto d’anatra (foto sotto) o il vasetto di tonno di coniglio.

In sala, Serena è alfiera attenta e orgogliosa della cucina, racconta con entusiasmo le scelte del suo compagno e trasmette accuratamente l’idea che sottende ad ogni singolo piatto. Le scelte del vino dipendono da lei, sommelier con le idee chiare ma soprattutto attenta a quelle che sono le preferenze del pubblico.

Va detto che a Colli Portuensi e Monteverde – nonostante qualche ottimo esempio – l’aria di rivoluzione gastronomica di cui abbiamo parlato all’inizio di questo articolo non è così evidente. La maggior parte del pubblico qui è amante della vecchia, classica osteria (e non è una colpa) e nonostante il mondo stia cambiando velocemente, non sono questi i quartieri che oggi portano la bandiera delle novità.

Però, Serena e Simone hanno azzeccato la formula a prova di quartiere: vini accessibili con qualche bottiglia più interessante, cucina dei ricordi che parla al cuore di ogni famiglia italiana, atmosfera casalinga e ospitale. Senza dubbio, il nostro Professore Isinelli lo inserirebbe nella selezione dei posti che vorremmo avere sotto casa, e avrebbe ragione.

Ai ragazzi, dunque, auguro il meglio e tornerò a trovarli in Autunno, la stagione ideale per questa tavola.  Suggerisco di fare altrettanto. 


Friccico Mangia&Bevi Bistrò
Viale dei Colli Portuensi, 169
Roma 

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