Cari Zillers,
dopo tanto dire e fare sulla questione Critica Gastronomica, oggi voglio fare un passo avanti e parlare del giudizio. È un caso che ciò avvenga dopo la stroncatura da parte del Gambero Rosso del nuovo Bulgari romano a cura di Niko Romito. Di quello mi frega il giusto (e dovrebbe fregare il giusto anche a voi).
La riflessione nasce piuttosto dal pensiero che per poter formulare un proprio giudizio, bisogna conoscere i parametri, oggettivi innanzitutto, per valutare una struttura. A questi poi, col tempo, si aggiungono anche altri parametri soggettivi, da selezionare con cura dopo anni di esperienza sul campo.
Per esempio, secondo Valentina Venturato – giornalista gastronomica, protagonista di questo episodio – la trattoria dovrebbe sempre e in ogni caso mantenere una natura sociale e non costare più di 40, 45 € a persona (per 3 piatti, vino incluso). Questo per la sua identità popolare e inclusiva che, secondo la giornalista, e imprescindibile a livello antropologico per poter parlare, appunto, di Trattoria.
Questo della Venturato è un parametro soggettivo, ma ce ne sono altri (sette per l’esattezza) assolutamente oggettivi. Sono tutte analisi interessanti su cosa dovrebbe essere un Trattoria classica, oggetto della nostra puntata di oggi.
Buon ascolto!
7 risposte
Certo, tre portate vino incluso 45 € a persona, quindi se vado in
” TRATTORIA” io con mia moglie e figlia, me la cavo con 135 € ? Ma come siete combinati? Andate a leggere sul vocabolario cosa significa trattoria, a meno che, visto quanto guadagnate voi , 45 € siano un prezzo economico. Peccato che le trattorie, osterie, piole, non siano nate per voi ricchi anche se le avete fatte diventare tali.
Concordo. Probabilmente siete abituati ai prezzi di Roma. Ma in giro in italia in posti più provinciali o “paesani” lontani dalle influenze delle metropoli i prezzi sono decisamente più popolari.
Buongiorno Rocco, sono Valentina Venturato. Ho accolto l’invito del direttore Lorenza Fumelli a parlare di Trattorie perchè – per lavoro e per passione – è la tipologia di locali che frequento maggiormente. Almeno negli ultimi 4 anni credo di averne visitare oltre 250. Certo, molte romane, ma non solo. Ci tengo a precisare che in ognuna ho pagato, di tasca mia e conti alla mano – facendo le dovute eccezioni e quindi arrotondamenti – il costo che ne è uscito è quello che indico. Certamente in alcuni casi (magari fuori dalle grandi città) si trovano posti in cui mangiare bene spendendo meno di quella cifra, ma ahimè non sono la regola ma (ribadisco, ahimè) l’eccezione.
Credimi, non sono affatto ricca, e riconosco io stessa che andare a cena a fuori scegliendo una trattoria che sia buona e di qualità, a volte rappresenta un investimento da mettere nel budget mensile di una famiglia e non è più un diversivo da scegliere senza troppi pensieri. Ma noi siamo qui per raccontare la realtà ed è (anche) questa.
Grazie mille per il commento e per aver ascoltato il podcast!
40/45€ tre piatti e bevande non sono esattamente trattorie ma ristoranti camuffati ovviamente dipende anche dalle pietanze in città come Roma o Firenze poi è difficile trovare ancora la vera trattoria a Firenze c’è Sabatino a Pistoia l’anarchico e poco più
non so dove vivete, la trattoria romana tre persone che mangiano tre primi una bottiglia d’acqua e mezzo litro di vino non si deve spendere più di 45€ tutti e tre ….
Ciao Stefano, qui parliamo però di cibo e ingredienti di qualità. Magari nel paesino del Molise dove l’Oste usa l’orto dietro casa e le sue galline e ha un menu fisso posso credere che ci sia qualità anche pagando così poco. Ma a Roma, perdonami, ma se spendi così poco mi farei una domanda sulla qualità di quello che stai mangiando…
[…] il direttore Fumelli mi ha chiesto di registrare insieme a lei il podcast sulle trattorie, mi sono messa subito all’opera. Potrei dirvi che stilare quell’elenco di 7 punti + 1 […]