di Chiara Fantasia
Torino si agghinda per diventare la nuova capitale mondiale della gastronomia. Il 19 giugno 2025, il capoluogo piemontese ospiterà The World’s 50 Best Restaurants, la cerimonia più attesa dell’anno nel panorama della ristorazione globale.
L’evento – che si terrà in Italia per la prima volta – sarà il baricentro dell’alta cucina, un palcoscenico insostituibile che decreterà trend e sposterà equilibri.
Torino, il palcoscenico perfetto
Non è un caso che la scelta sia ricaduta sul Piemonte: culla di Slow Food, tempio della tradizione enogastronomica e scenario di movimenti innovativi che hanno segnato il settore. Ma non si tratta solo di una premiazione: l’evento accenderà per giorni i riflettori su un fitto calendario di appuntamenti.
Tra gli eventi collaterali, ricordiamo il forum #50BestTalks, dove si discuterà il futuro della gastronomia, e le 50 Best Signature Sessions, cene a più mani in cui chef internazionali collaboreranno con talenti locali, promettendo esperienze uniche per chi potrà assaggiarle.
I grandi nomi italiani sotto i riflettori
Con il quartier generale della ristorazione mondiale piantato a Torino, è inevitabile che la scena italiana potrebbe giocare un ruolo di primo piano nelle liste dei prossimi anni. Enrico Crippa (Piazza Duomo, Alba), i fratelli Camanini (Lido 84) e Norbert Niederkofler (Atelier Moessmer) e altri, sono infatti tra i protagonisti più quotati per scalare posizioni.
D’altronde funziona così: dove c’è la cerimonia, vanno i votanti da ogni parte del mondo, provando ristoranti che forse prima non avrebbero potuto provare, né tantomeno votare.
Speriamo solo che i giudici che non si fermino unicamente nel Nord d’Italia. L’ipotesi non è così assurda: chi si troverà in Piemonte per la premiazione potrebbe scegliere – o avere il tempo – di fermarsi solo in loco o nelle regioni limitrofe e questo potrebbe monopolizzare le esperienze degli addetti ai lavori, escludendo tutto quello che succede nelle altre parti dello stivale.
Un’opportunità per tutta l’Italia
Al di là delle dinamiche geopolitiche, è indubbio che l’evento sia un’opportunità unica per tutta la ristorazione italiana. La vetrina internazionale dei 50 Best potrebbe dare nuova linfa all’intero settore e alimentare un’ondata di interesse per la nostra cucina in tutte le sue sfumature. Siamo la patria della cucina, ma nella 50 Best spesso abbiamo raccolto meno di quanto meritiamo.
Se questa edizione servirà a dare più visibilità ai nostri ristoranti, magari nelle prossime potremmo finalmente vedere più italiani nei primi posti.
Perché cucinare è senza dubbio una cosa che sappiamo fare.