La miglior colomba d’Italia è calabrese

Miglior colomba d'Italia

di Regina
foto di Massimiliano Iannone

Quanto mi annoiano le classifiche, soprattutto quando ci sono le feste comandate di mezzo. Ma chi siamo noi per esimerci dal commentarne una? Anche quest’anno il rito si è compiuto ed è stato davvero essenziale decretare la colomba pasquale migliore d’Italia.

Al Campionato nazionale Miglior Colomba d’Italia organizzato dalla Federazione Internazionale di Pasticceria, Gelateria e Cioccolateria (FIPGC), il primo posto (tra cento partecipanti) per la ricetta classica è volato fino a San Mango D’Aquino, in Calabria, da Luigi Barbagallo, già migliore panettone del mondo per la stessa organizzazione. Che dire: bravo.

Luigi Barbagallo e la colomba perfetta

Luigi Barbagallo con la sua colomba ha creato un capolavoro di equilibrio. Credo, perché a dire il vero non l’ho assaggiata. Però immagino un’alveolata impeccabile, burro di altissima qualità, agrumi canditi lavorati con cura e glassa croccante.

Nessun eccesso, nessuna stravaganza: solo la perfezione di un impasto gestito con la pazienza di chi conosce i segreti della lievitazione. Un trionfo calabrese che conferma come il Sud sappia dire la sua anche su un dolce nato al Nord (ogni riferimento ai Panettoni è puramente voluto).

Il podio e gli altri aspiranti

Ma non temete, abitanti del settentrione, perché il podio non vi ha dimenticati. Se anche la medaglia d’argento rimane al Sud, assegnata a Raffaele Romano di Solofra, in provincia di Avellino, il terzo posto è stato conquistato dal giovane Nicola Zanella, ventisettenne pasticcere di Pederobba, nel trevigiano.

I premi innovazione

Nella categoria innovazione, il maestro Roberto Moreschi da Chiavenna, in provincia di Sondrio, ha conquistato l’oro con una colomba al caffè e cioccolato al limone (!!!). Al secondo posto, il romano Mattia Buffolo ha proposto una colomba allo zafferano con uva cilentana macerata nel moscato d’Asti e cioccolato bianco. Chiude il podio Giuseppe Salzillo da Montecatini Terme, con la sua Sangria Rivisitata: un impasto rosso e frutti macerati nell’alchermes.

Solo un’altra classifica?

Dura da ammettere (date le premesse), ma le classifiche servono. Servono ai pasticceri per farsi conoscere, servono agli organizzatori per giustificare un evento, e servono a noi per indignarci con classe, magari davanti a una fetta di colomba artigianale da 60€ mentre borbottiamo: “Eh, ma quella che fa mia zia è molto meglio!”.

E poi, sì, servono pure a me, triceràtopa gourmet, per sapere cosa portare al pranzo di Pasqua di zia.

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