Metti che a Roma, un sabato mattina freddo e uggioso, ti venga voglia di una zuppa di pesce. Mica facile.

zuppa di pesce

di Luca Burei

In primo luogo la zuppa di pesce è un piatto da boomer e quindi non si fa più, al massimo broccoli e arzilla che è radical chic. Poi quasi nessun mette il menu online (manco fosse il pin della carta di credito) e quindi googlare è inutile. Infine mi fido di Tripadvisor e delle sue recensioni come di Trump e del suo amore per l’Europa.

Non resta che andare al mare. Ma dove? Si potrebbe andare al nord, in Toscana, su su fino a Livorno e cercare chi fa il cacciucco, mitico cacciucco. Solo che andar su ci vogliono 4 ore, il pranzo passa, bisogna aspettare la cena, dormir lì, magari farsi una passeggiata in riva al mare e tornare il giorno dopo. Non che non si possa fare, anzi, ma la settimana scorsa è stata pesante, quella prossima lo sarà e 700 chilometri in 24 ore un po’ sbattono.

Invece, illuminazione, si potrebbe andar al sud, recuperare un classicone (cit. Fumelli) quale Da Romolo al porto di Anzio, vedere come è passato il tempo ché sarà minimo 10 anni che non ci vado, se non di più, e fare tutto in qualche ora, passeggiata compresa. Chiamo, chiedo conferma della zuppa, prenoto e andiamo.

La Pontina è un festoso tripudio di auto incolonnate, buche e clacson a ricordarci che se vivi a Roma devi soffrire, anche il sabato mattina, anche sotto la pioggia. Per fortuna vanno tutti a giocarsi lo stipendio all’outlet e così, complice Mappe di Apple che sembra la gemella scema di Google Maps, dopo 80 minuti di superstrada e stradine improbabili si parcheggia sul lungomare di Anzio. Fa freddo, tira un bel vento da largo, pioviggina e il parcometro non funziona, ma nulla può scalfire l’incredibile fiducia nelle proprietà riparatrici della zuppa di pesce.

Faccio fatica a orientarmi, ma per fortuna la vista di un gigantesco SUV Mercedes AMG parcheggiato di sguincio su un lungomare deserto mi conforta: deve essere per forza lì.

Entriamo accolti calorosamente e fatti accomodare in un tavolo vista porto. Spiffera un po’, ma era così che volevamo: mare in burrasca, zuppa e un buon calice di vino. Il resto del ristorante è abbastanza vuoto, ma tempo di mangiare e si riempie di habitué, qualche straniero e un vociare che dove siamo seduti noi non è fastidioso.

Arrivano le carte, ci propongono il solito e famoso crudo di pesce, ma noi siamo indomiti: zuppa dev’essere e zuppa sarà.

Resta sul tavolo la carta dei vini. Me la ricordavo per portafogli gonfi e palati mainstream, ma rimango piacevolmente sorpreso, anche dai ricarichi. Non che sia il manifesto dei vini ribelli, con una spina dorsale da enologo di grido e per chi ha alcuni mille euro di troppo, tra le varie bolle, anche i Clos di Krug, ma fa capolino qualche vino bio dal prezzo più che corretto. Scelgo Malvazija Bio 2023 Guerila dalla Vipaska Dolina, una malvasia istriana del 2023, affinata in acciaio, biodinamica. Si rivelerà scelta azzeccata e piacevole con la sua elegante acidità non priva di struttura e di carattere. Il sommelier, nonché uno dei proprietari, approva la scelta.

Arriva la zuppa, servita in un piatto fondo dalle dimensioni di un piatto da portata. Il colpo d’occhio ci sta tutto: apoteosi di frutti di mare, gamberi, pesce (stavolta la coda di rospo in più), la fresca acidità contenuta del pomodoro, il pane bruscato a tocchi, un po’ di piccante. Gustosa, equilibrata, profumata, tanta, quasi troppa. Regna il silenzio, fuori piove e tira vento, noi si mangia, si assapora, si mandano via le tossine settimanali, ci si rinfranca e si sorride. Ci chiedono se vogliamo altro. Rispondiamo che va bene così, ci lascino assaporare il piacere di ciò che si è mangiato. Siamo accontentati.

E sì, ci venni la prima volta una ventina di anni fa più o meno, ci tornai una volta che ormeggiai non mi ricordo più quale barca quasi di fronte al ristorante, sarà un classicone, ma Da Romolo al Porto ad Anzio fanno una zuppa di pesce che levati, e sono pure simpatici. Vale il viaggio, vale il costo più che in linea con quanto abbiamo mangiato e bevuto, vale la passeggiata sotto la pioggia per andare vedere le derive che sfrecciano veloci sulle onde, vale il buonumore di esserci fatti un piccolo piacere.

E no, il crudo di pesce di cui tutti parlano e scrivono non l’abbiamo assaggiato. Sarò io strano, ma il crudo mi viene a noia.

P.S. approfittate della carta dei vini, anche se magari pensate che una bottiglia sia troppo. Ve la fanno portare a casa se non la finite. Così non rischiate la patente e bevete bene. Io l’ho fatto e l’ho seccata due minuti fa, scrivendo.


Da Romolo al Porto
via Porto Innocenziano 19,
00042 Anzio (RM)

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