C’è un mistero che aleggia nelle cucine di tutto il mondo: come riescono certi oggetti a sembrare indispensabili al momento dell’acquisto e diventare inutili appena varcata la soglia di casa? Forse è la promessa di una vita domestica più ordinata, più comoda, forse è solo il fascino della novità. Sta di fatto che ogni cucina contiene almeno un cassetto della vergogna: quello dove finiscono gli strumenti che dovevano semplificarci la vita e che invece la complicano, occupando spazio e collezionando polvere. Alcuni sono belli da vedere, altri sembrano usciti da un laboratorio di design sperimentale, ma tutti hanno una cosa in comune: non li usiamo mai. Eppure, forse, li ricompreremmo. Perché? Perché a volte il marketing è più forte del buon senso.
Ecco i 9 oggetti più inutili da tenere in cucina: vediamo quanti ne collezioni anche tu.
Sommario
- Porta banane: un contenitore per tutto, tranne che per le banane
- Taglia banane: complicazione affari semplici
- Dosatore per burro: l’emblema della pigrizia
- Pesciolino separatore di tuorlo e albume: che c’entrano i pesciolini rossi con le uova di gallina?
- Spremiagrumi anni ’50: nostalgia di un’epoca in cui le nonne avevano più energia di noi
- Mollette di design: l’inutilità fatta design
- Tappi di plastica per conservare la birra: la grande illusione
- Coltelli che non tagliano: gli eroi stanchi del cassetto della vergogna
- Cavatappi a forma di papera: come aprire una bottiglia in 12 ore
- La verità dietro gli oggetti più inutili in cucina
Porta banane: un contenitore per tutto, tranne che per le banane

Il porta banane si presenta come un’idea brillante: proteggere la banana dagli urti durante il trasporto. Peccato che nessuna banana reale assomigli a quella teorica per cui è stato progettato. Troppo dritta, troppo curva, troppo grande: qualsiasi banana sembra incompatibile con questo oggetto. Alla fine si usa per contenere qualsiasi cosa tranne il frutto per cui è nato. Ma almeno è giallo, e fa colore.
Taglia banane: complicazione affari semplici

No, non siamo ossessionati dalle banane, ma come non menzionarlo: lui, Sua Maestà l’inutile taglia banane. D’altronde un coltello non basta, serve uno strumento che promette fette perfette, rapide e tutte uguali. Peccato che la promessa non può essere mantenuta, perché il taglia banane è ingombrante, difficile da pulire e poco preciso. Un attrezzo che cerca di reinventare un gesto semplice, riuscendo solo a renderlo più lento e macchinoso.
Dosatore per burro: l’emblema della pigrizia

Ok, ammettiamolo: il dosatore per burro è il simbolo assoluto della pigrizia. Se hai bisogno di uno strumento per misurare quanto burro mettere sul pane, forse è il caso di fermarti un attimo e iniziare a riflettere sulla tua vita. Se proprio vuoi sapere quanto burro stai usando, c’è sempre la bilancia. E se no, usa il buon senso: funziona.
Pesciolino separatore di tuorlo e albume: che c’entrano i pesciolini rossi con le uova di gallina?

Chi ha inventato questo oggetto dovrebbe essere condannato a separare tuorli e albumi per l’eternità, usando solo il suo stesso aggeggio. Dividere un uovo, in fondo, non è così complicato. Il separatore a forma di pesce promette di farlo in un attimo, risucchiando il tuorlo e lasciando il bianco al suo posto. Ma tra teoria e pratica c’è un abisso: il risultato è spesso impreciso, se non disastroso. Le mani, pulite e un minimo allenate, fanno un lavoro migliore. E senza l’ingombro dell’ennesimo oggetto inutile da lavare.
Spremiagrumi anni ’50: nostalgia di un’epoca in cui le nonne avevano più energia di noi

Alcuni oggetti conservano un certo fascino vintage, ma una volta tolti dalla mensola dei ricordi faticano a dimostrarsi utili. Lo spremiagrumi anni ’50 rientra perfettamente in questa categoria. Forse un tempo evocava l’idea di solidità domestica, ma oggi sembra solo un modo inefficiente per complicarsi la vita. Spremere un limone a mano è spesso più veloce e decisamente più pratico. Alla fine, il suo destino più dignitoso resta quello di pezzo da collezione: come strumento, ha fatto il suo tempo.
Mollette di design: l’inutilità fatta design

Le mollette di design sono una di quelle trovate che colpiscono a prima vista: belle da vedere, perfette per una cucina da rivista. Peccato che nella pratica chiudano poco e male e rientrano tra gli oggetti più inutili da tenere in cucina senza dubbio. Biscotti molli, pacchetti aperti, farine ovunque: il risultato è sempre lo stesso. La funzione, quella vera, rimane un dettaglio trascurato. Alla fine, si torna alla vecchia molletta da bucato. Brutta, sì, ma fa il suo mestiere.
Tappi di plastica per conservare la birra: la grande illusione

L’idea è allettante: richiudere la birra, mantenerla frizzante, magari persino fresca. Ma i tappi di plastica non fanno miracoli. Dopo qualche ora, quella che doveva essere una birra è solo un’eco sbiadita di sé stessa: niente bollicine, gusto alterato, piacere azzerato. La verità è che la birra va finita, non conservata. Chi prova a salvarla si ritrova solo con un altro oggetto inutile nel cassetto. E una birra andata a male.
Coltelli che non tagliano: gli eroi stanchi del cassetto della vergogna

Ci sono coltelli che sembrano nati per non tagliare. Lame spesse, manici leggeri, affilatura incerta: eppure, finiscono per essere usati per tutto. Tagliare il pane, affettare le cipolle, aprire confezioni di plastica. Sempre loro. Non sono buoni per niente, ma li teniamo lì, forse per abitudine, forse per pigrizia. E ogni volta ci promettiamo che compreremo un coltello serio. Ma poi rimandiamo. Così continuiamo a combattere con questi strumenti stanchi, che non tagliano e nemmeno si arrendono.
Cavatappi a forma di papera: come aprire una bottiglia in 12 ore

Tra i più inutili in cucina, il cavatappi a forma di papera è uno di quegli oggetti che sembrano dire: “Guarda quanto sono originale”. E in effetti potrebbe esserlo, se fossimo negli anni ’90. Oltre al design discutibile, è scomodo da impugnare, poco pratico e tutt’altro che efficiente, trasforma l’apertura di una bottiglia in una piccola prova di pazienza. Dopo cinque minuti di lotta con la papera, l’unica domanda sensata è: perché non ho usato un cavatappi normale? Alla fine, resta un oggetto da esibire più che da usare. E nemmeno così bello.
La verità dietro gli oggetti più inutili in cucina
C’è un talento diffuso nell’acquistare oggetti inutili credendo di aver fatto l’affare del secolo. In cucina questo talento si manifesta sotto forma di plastica colorata, ingegnosamente modellata per risolvere problemi che nessuno ha mai avuto. Funzioni strabilianti, packaging persuasivi, nomi promettenti. Poi li provi e capisci. Il primo utilizzo è anche l’ultimo e dopo l’entusiasmo iniziale, arriva il momento in cui l’oggetto finisce nel famoso cassetto.
Alla fine, tutto si riduce a questo: il gadget promette, delude e sparisce. Noi, invece, torniamo sempre al cucchiaio di legno. E al cavatappi serio. Quello che non fischia, non galleggia, non ha occhi. Ma funziona.