Il Mancinismo ep 1
di Giulia Mancini
Settembre è iniziato con Bacco, l’anticiclone che dopo il maltempo ha riportato uno scampolo di estate in quello che è facile pensare la settimana del rientro definitivo. Lasciamo il controesodo all’Anas, e riconosciamo che Bacco è assai più simpatico di Nerone e Circe che hanno infiammato l’estate appena finita.
E col suo finire, stop al periodo deputato alla vacanza, così ci troviamo (chi più e chi meno) ad affrontare la sindrome da rientro. Non patologia ovviamente, ma stato transitorio di tristezza per lidi ormai lontani e nuovi incontri, ansia di prestazione per gli impegni del “ne parliamo a settembre” e stress nel gestire ritmi che si erano allungati e accordati.
C’è da dire che esiste anche lo stress da vacanza. Il che ci fa oscillare tra la paura di partire e l’ansia dii tornare. Ma siccome è sempre meglio avere rimorsi che rimpianti, è meglio andare, vedere, viaggiare, riposare, provare e tornare. Insomma, la vacanza è meglio farla che saltarla!
Ma questa sindrome da rientro va affrontata, e con lei la mestizia di recuperare uno stile di vita sano. Poche persone sono meno adatte di me per parlare di questo tema, mi sento ben più avvezza a discettare temi di inutile e fondamentale casalinghitudine applicata, ciò che la Fumelli decretò come Mancinismo. Ossia l’arte di fare con quello che c’è in casa. Con metodi fané, a basso costo, come lo faceva la nonna. basta che si adattino alla vita veloce di oggi.
Dalle mete di vacanza, un italiano su due ha portato souvenir gastronomici. Salumi sottovuoto e formaggi in pacchetti ermetici (spero!), pasta secca, spezie, bottiglie o prodotti freschi, insieme ai sapori di quanto assaggiato e goduto. Sia quel che sia, la prima cosa per affrontare la sindrome da rientro è buttare gli scontrini di agosto, tanto per stare sui temi delle polemiche estive alimentare dai social. E smettere di postare foto di cosce in spiaggia, nemmeno fossero belle come i prosciutti appesi a Langhirano. Primo passo per non vivere la nostalgia è sempre tagliare il cordone ombelicale, lasciando che i bei ricordi trovino il loro posto nella memoria. Via il dente, via il dolore.
Immagino valigie e bagagli già disfatti. Facile a dirsi, ma li dobbiamo pulire per evitare che rimasugli di passato restino lì a monito sul prossimo viaggio. Pulire, non lavare, togliere briciole, fili di erba, odori molesti e far prendere aria. Indumenti, tendenzialmente sporchi più di peccati veniali estivi che di patacche unte. In ogni caso vanno lavati, avranno già girato su quella giostra indispensabile che è la lavatrice.
Ok, ma era pulita? Perché fare il bucato in una macchina sporca, che sembra pulita e nasconde in anfratti segreti matasse di pelucchi, melma da residui di detersivo, odori fastidiosi è inutile. O meglio, lava come le scuse non sentite puliscono la coscienza: non a fondo.
Mettere i panni a lavare in una lavatrice sporca è come sciacquare i piatti in acqua fangosa. Ho detto piatti? Ebbene sì, capirete il motivo ascoltando il podcast. È un trucchetto che spopola su alcuni canali social, e potevo esimermi dal provarlo? Come dicono le influencer “l’ho provato per voi e vi racconto come è andata”…che poi io sia infunienter è un’altra storia!
Piccoli trucchi, sistemi che chiedono pochi ingredienti e facilmente reperibili anche a costo basso o ridotto. Questo lo scopo e la missione del Mancinismo non vi deluderà: percarbonato, acido citrico, una pasticca di detersivo (e sentirete quale). Ho detto percarbonato, non bicarbonato. Tutti e due di sodio come cognome, ma diversi. NO! Bicarbonato e aceto non servono a niente insieme, separati sono efficaci per molte cose, insieme annullano l’effetto.
Se non avete voglia, tempo e modo di ripassare la chimica, ascoltate cose dice in proposito Dario Bressanini, il bravissimo divulgatore scientifico che si occupa anche di cucina e vita domestica. Altrimenti fidatevi di me, anzi della casalilnghtidine applicata detta Mancinismo. Non dottrina, tantomeno filosofia, ma semplice attitudine all’ironia della sciacquetta che cerca di tenere casa pulita in poco tempo, con molte fissazioni e volendoci spendere pochi soldi e meno tempo. (Prendo in prestito il termine casalinghitudine da Clara Sereni, e il suo libro, senza avere la sua sensibilità e padronanza delle parole. Di questo chiedo scusa a chi la conosce e ne apprezza il lavoro, a tutti gli altri suggerisco umilmente di rimediare)
Non per confondere le idee e mescolare le acque: bicarbonato e aceto tornano ma separati. A ciascuno il suo ruolo ed effetto. Stiamo parlando del frigo e del freezer, andranno puliti anche loro. Mica vogliamo mettere i souvenir gastronomici delle vacanze in un frigo sporco? Nè tantomeno nella dispensa occupata da animaletti volanti che ci assalgono quando la apriamo. Che fare? Beh sappiate che esistono trappole adatte a contesti alimentari, foglietti appiccicosi che diventano cimiteri a cielo aperto (e sportello chiuso) per le farfalline.
Ma esiste anche un sistema valido, comprovato e naturale, per evitare la sovrappopolazione di questi piccoli volatili ghiotti di farina, sfarinati, pasta e legumi. A frigo pulito, freezer sbrinato dal blocco di ghiaccio a forma di iceberg e dispensa pulita si può rimettere tutto a posto. FIFO, tenere a mente la logica di disposizione, sempre. Non FIFA, di calcio non so nulla, sul mangiare ho una certa esperienza consolidata in cosce e punto vita che lo dimostrano.
Non serve un genio, sono piccole cose da fare per distrarsi e tenere in ordine la casa. Quello che i bravi dicono prendersi cura di noi e dei nostri spazi. Ciò che io traduco in “meglio farlo per non dover poi buttare nulla”, ma che si potrebbe anche intendere come “tieni le mani occupate in qualcosa di utile, o futil, e libera la mente”.
Perché non ci dimentichiamo che tutto parte dalla sindrome del rientro, volessimo mai che la testa ci abbandonasse proprio ora che dobbiamo affrontare la valanga di “ne parliamo a settembre”!
Una risposta
[…] Per fortuna Foodzilla ha una grande arma dalla sua parte: il suo nome è Giulia Mancini e la sua arte è quella di saper fare qualsiasi cosa in casa con una certa creatività. La Mary Poppins della casalinghitudine. Noi qui la chiamiamo la grande arte del mancinismo e abbiamo già avuto occasione di ascoltarla nella prima stagione, in questo podcast. […]