Ristorante Eritrea a Roma. Non mi è piaciuto, ma il problema è solo mio

Vale Fuori (dai soliti giri…)

di Valentina Venturato

Inizio con un paio di domande.

É corretto – sia da un punto di vista professionale che etico – parlare positivamente solo dei posti che incontrano i nostri gusti personali?
E quindi, pur restando convinti del proprio parere – sempre in fatto di gusti e preferenze – fatta certa una buona conoscenza della materia (ristoranti & co.) si può parlare positivamente di un locale in cui il cibo mangiato non si è particolarmente apprezzato?

Ok, adesso vado al sodo.
La fortuna di vivere o frequentare abitualmente una città come Roma è che, da un punto di vista gastronomico, permette di fare ottime esperienze di cucina del territorio (italiana e regionale) ma pure internazionale. È una città molto generosa in questo senso, del resto scoprire il cibo del mondo senza necessariamente prendere un aereo rappresenta senza dubbio una grande fortuna. Da un bel po’ di tempo avevo in mente di andare a provare la cucina Eritrea di un grazioso ristorante in zona Gazometro. Il posto é storico, si chiama molto essenzialmente Ristorante Eritrea, fa cucina tipica eritrea ed etiope, non si tratta affatto di una nuova apertura visto che sta lì dal 2014.

Ostiense e dintorni sono posti che frequento abitualmente eppure, nonostante io ami particolarmente la cucina internazionale, verso questo ristorante ho sempre nutrito una certa diffidenza. Nulla di personale ovvio, ma ricordavo di una cena fatta tanti anni fa in un altro ristorante di cucina eritrea che assolutamente non incontrò i miei gusti. Ma all’epoca avevo poco più di 20 anni, un palato acerbo e uno scarsissimo interesse verso il cibo. Ho dunque pensato di andare, con una tiepida convinzione, ma senza pregiudizi e dunque pronta a ricredermi.
Spoiler: niente da fare. Questo tipo di cucina non è nelle mie corde, ho faticato finanche ad assaggiare certe portate e, fatta eccezione per l’antipasto, non ho praticamente mangiato nient’altro.

Detto questo, non posso per alcun motivo plausibile non definire questo ristorante un buon posto. Lo è per la cortesia della proprietà, per la gentilezza percepita sin dall’ingresso, per la disponibilità ad accogliere eventuali richieste del tipo “Se volete la porta d’ingresso la possiamo chiudere se sentite freddo” oppure “segno l’antipasto e quest’altro piatto, poi se avete ancora fame aggiungiamo ‘che potrebbe essere già abbastanza”.

È un buon ristorante perché la materia prima – carne in primis – è di eccellente qualità. Lo è perché non si fanno deroghe alla tradizione gastronomica Eritrea, spiegando piatto per piatto al momento della comanda. È un buon ristorante perché molte delle preparazioni vengono fatte espresse, come l’injera – il pane tipico eritreo – che è la base portante di tutti i piatti. Segnalo falafel molto buoni. Idem per i sambusa, dei triangoli di pasta fillo farciti con carne di manzo (o verdure) e poi fritti.

Andate se siete amanti della cucina speziata, dei piatti dai sapori forti come lo zighinì (di agnello, manzo, pollo), se vi piace la persistenza del berberè, se apprezzate il gusto lievemente acidulo dell’injera (è un pane a lenta fermentazione). Andate se volete uscire dalla comfort zone del vostro palato.

Io non escludo di tornare; riprenderei gli antipasti senza dubbio e magari, spiegando le mie preferenze in fatto di gusti, mi farei indirizzare meglio nella scelta dei piatti.

Conto per 2: 45 euro

P.s. E comunque: no, sì.
Le mie risposte alle due domande iniziali…!

Ristorante Eritrea
Piazza del Gazometro, 1
Roma
Tel. 06 5743091

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